Parrocchetti liberi in Italia

Spostiamo qui l'argomento dei Parrocchetti liberi in natura in Italia, qual è il loro comportamento? Come si nutrono? Dove trovano il luogo per la nidificazione? Sono facili prede?

sergiogiovannetti ha scritto:quoto, solo un appunto in Lazio e nella fattispecie i parchi delle ville romane, sono quasi infestati da parrocchetti dal collare, monaci, qualche rosella.In Italia sono acclimatati al 100%

Anche a Udine è presento un gruppo di Parrocchetto dal Collare selvatici e anche al parco Natura Viva vicino a Verona assieme ai monaci.

Si io sapevo anche in liguria!
Però non saranno pericolosi per le specie autoctone?
(per chi non lo sapesse: Autoctono: una specie che si è originata ed evoluta nel luogo in cui si trova)

Abel ha scritto:Si io sapevo anche in liguria!
Però non saranno pericolosi per le specie autoctone?

Io ne censiti diversi al Parco di Monza e al Parco Sempione, ci sono stati avvistamenti tempo orsono sulle rive del Po, verso Ferrara, in pratica con occhio e pazienza si vedono dappertutto!(il doppio dopo un fiasco di Barbera, ma questa è un'altra storia)
Pericolo per la fauna autocona?Direi di no, i loro competitori alimentari più prossimi sono lo Storno:Sturnus vulgaris,e il piccione direi che proliferano alla grande, prova nel numero indefinito di cacchine sulle macchine

Faccio ancora una supposizione-domanda, e poi dividerei l'argomento creandone un altro...
Hanno sicuramente meno possibilità di sopravvivere i Parrocchetto dal Collare con mutazioni piu vistose, che rischierebbero subito d'essere predati giusto?
E credo che una mutazione che avrebbe sicuramente un ottimo mimetismo anche d'inverno è la mutazione grigia!

Abel ha scritto:Faccio ancora una supposizione-domanda, e poi dividerei l'argomento creandone un altro...
Hanno sicuramente meno possibilità di sopravvivere i Parrocchetto dal Collare con mutazioni piu vistose, che rischierebbero subito d'essere predati giusto?
E credo che una mutazione che avrebbe sicuramente un ottimo mimetismo anche d'inverno è la mutazione grigia!

Nel loro ambiente di provenienza si, il colore è fondamentale.Le specie alloctone non hanno ancora predatori perchè non codificati.E' un bell'argomento che merita approfondimento, non tanto per arricchirsi culturalmente, ma per capire cos'è che spinge le relazioni interspecifiche, e il danno che si crea quando una specie viene introdotta fuori dal suo habitat d'origine.
Essere preda o predatore è uno status aleatorio, si può essere preda e predatore contemporaneamente.La predazione nasce da un'impriting o da esperienze di vita.Nel nostro caso, quindi specie alloctone da esperienza di vita.Il gatto che vede il pappagallo, è si portato a predarlo ma il colore,taglia e l' eventuale risposta "negativa"(beccata) lo fanno desistere e codificarlo come "non preda".
adesso è tardi, intanto che abel sposta il tutto in "comportamento"analizzeremo il comportamento di cattività e gli incidenti di domesticazione

Ma i Parrocchetto dal Collare liberi nel nostro paese penso siano per la maggiore frutto di migrazioni, non solo di fuge dalle gabbie...o sbaglio?

No Davide, i pappagalli non sono migratori, c'è da dire che loro colonizzazione inizia ancora dai tempi dei Romani dove avere un parrocchetto dal collare era segno di nobiltà....e non c'erano le gabbie di adesso e manco la cultura di addomesticamento, quindi via uno dentro l'altro.

Ma di cosa si nutrono in giro?
E dove nidificano?
Un parrocchetto da solo può sopravvivere?

Abel ha scritto:Ma di cosa si nutrono in giro?
E dove nidificano?
Un parrocchetto da solo può sopravvivere?

Anche io mi sono sempre posto queste domande...

Un parrocchetto da solo sopravvive senza problemi, anche se grazie al richiamo spesso riesce trovarsi uno stormo a cui aggregarsi.
La facilità di adattamento ambientale è la prima fonte di sopravvivenza, gli animali si estinguono nel momento in cui non riescono ad adattarsi.Si nutrono di bacche, frutti,semi.
C'è anche da dire che spesso cercano il cibo nelle abitazioni, luogo che riconoscono come appartenente a quello di provenienza(esperienze di vita)
Dove nidificano, come in natura in ogni posto che possa garantire sicurezza, nidi abbandonati, sottotetti, cavità degli alberi.Tecnicamente i parrocchetti si possono considerare autoctoni visto il tempo da cui sono arrivati,e l'ampio acclimatamento che gli consente di riprodursi.

Grazie Sergio per tutte queste risposte!
Un'altra domanda... una volta che si adattano in un luogo, vi restano nella zona giusto? e piu o meno la loro "zona" cioè il posto in cui vivono e cercano cibo per quanti km si estende?

E' difficile dire esattamente l'ampiezza, è legata al numero di soggetti e disponibilità alimentari.Le Calopsitte girano l'australia in base alla stagione e disponibiltà alimentare, i Cenerini e altri grossa taglia possono compiere qualche 100ia di Km per trovare la prelibatezza, di solito fiori e frutti non presenti nella zona di nidificazione

sergio scusa..come fanno a sopravvivere che dopo 3 minuti che volano gia non ce la fanno piu esi posano e hanno il fiatone'??

ilyna ha scritto:sergio scusa..come fanno a sopravvivere che dopo 3 minuti che volano gia non ce la fanno piu esi posano e hanno il fiatone'??

Si in casa fanno così perchè ci sono le pareti... devono solo sgranchirsi le zampette. E cmq sono tanti i parrocchetti che volando benissimo anche se vivono in gabbia

ilyna ha scritto:sergio scusa..come fanno a sopravvivere che dopo 3 minuti che volano gia non ce la fanno piu esi posano e hanno il fiatone'??

Domanda intelligente.In effetti i pappagalli non sono grandi volatori, sfruttano l'altezza e vari appoggi che trovano.In casa, il fiatone è anche dato dallo spavento dell'intrappolamento, sale l'adrenalina che aumenta il battito cardico che a sua volta influsce con iperventilazione, i pappi sono per questo ad alto rischio hanno un battito cardico molto elevato(ecco perchè normalmente hanno una temperatura corporea di 39/40°)e una pressione arteriosa elevatissima ca 200-400 mm Hg.il tutto porta alla rottura dell'aorta.